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Ristorazione e tecnologia: la rivoluzione silenziosa dell’ospitalità americana raccontata dal nuovo report di SevenRooms 

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In un mondo in rapida evoluzione anche il settore della ristorazione è chiamato a fare i conti con nuovi paradigmi, da una parte i consumatori sempre più esigenti e digitalizzati, dall’altra l’avanzata dell’intelligenza artificiale che riscrive le regole del gioco, impiegata per trasformare l’esperienza gastronomica senza snaturarne l’anima.
È in questo scenario che si inserisce il nuovo rapporto annuale pubblicato da SevenRooms, azienda specializzata in CRM, marketing e operations per l’industria dell’ospitalità.

Lo studio nasce da un’indagine approfondita che ha coinvolto 1.000 consumatori statunitensi e 257 operatori del settore, integrando i risultati con i dati anonimi raccolti attraverso la piattaforma proprietaria nel corso del 2024.
Dalla sua elaborazione emerge un quadro aggiornato su abitudini, aspettative e sfide che definiscono il rapporto tra clienti, tecnologia e ristoratori.

La ricerca del ristorante passa quasi tutta online

Il primo dato ad emergere è che la ricerca del ristorante passerebbe prevalentemente online. Il modo in cui i consumatori scoprono nuovi locali si sarebbe spostato quasi totalmente sul digitale: il 94% degli intervistati utilizzerebbe motori di ricerca, social media e media online, sorprendentemente solo il 10% si affiderebbe agli influencer, un dato che segnalerebbe un cambiamento nei meccanismi di incidenza sulle scelte.

Google resterebbe centrale, sia per la pubblicità (58%) sia per strategie SEO (50%), ma ci sarebbe anche un nuovo protagonista: l’intelligenza artificiale. Il 74% degli utenti si dichiarerebbe pronto ad affidarsi all’AI per prenotazioni, anche se molti ristoratori devono ancora fare il passo in questa direzione.

Personalizzazione: il nuovo linguaggio della fedeltà

Sul fronte delle strategie di fidelizzazione lo studio sottolineerebbe come i clienti non sarebbero più solo sedotti dagli sconti pretendendo esperienze su misura. L’83% sarebbe disposto a iscriversi a programmi di marketing, ma si aspetterebbe trattamenti esclusivi, come promozioni per occasioni speciali. Il contatto diretto diventerebbe fondamentale: il 48% preferirebbe messaggi di testo, mentre il 62% opterebbe per l’email. Tuttavia, il 77% dei ristoratori segnalerebbe difficoltà nell’offrire esperienze personalizzate coerenti, soprattutto a causa della gestione dei dati e della standardizzazione tra più sedi.

Esperienza: il lusso è vivere momenti unici

La clientela sarebbe sempre più orientata verso esperienze memorabili, anche a fronte di spese maggiori. Il 74% sarebbe disposto a tornare in un locale dopo aver vissuto un evento speciale. A piacere sarebbero particolarmente i menu personalizzati, i souvenir e le esperienze con valore aggiunto come musica dal vivo o corsi di cucina. I ristoranti stanno rispondendo con offerte premium già nella fase di prenotazione, proponendo upgrade come tavoli panoramici, menu esclusivi o regali personalizzati.

Oltre la sala: nuove opportunità di ricavi nel percorso del cliente

Dalla ricerca sono anche emerse nuove opportunità in termini di servizi e potenziali ricavi: l’87% degli intervistati comprerebbe infatti prodotti extra rispetto a quelli di ristorazione tout court, come libri di cucina, kit per cocktail o ingredienti selezionati, un’opportunità per espandere l’identità del marchio al di là del momento del pasto. E mentre i clienti sembrano sempre più disposti a condividere dati in cambio di esperienze migliori, solo una piccola parte dei locali sfrutterebbe appieno queste potenzialità.

Branding e narrazione: l’identità per fare la differenza

Il design, l’atmosfera e la narrazione sarebbero elementi sempre più importanti nel costruire il legame emotivo tra cliente e ristorante. Il 35% dei clienti riconoscerebbe nel design un fattore decisivo per la fidelizzazione. Ai ristoratori è dunque chiesto di rivalutare la forza della narrazione per raccontare un’identità unica e creare un legame più profondo con la propria clientela.

Lavoro e intelligenza artificiale: più efficienza, più tempo per l’ospitalità

Nel 2025, il 79% degli operatori avrebbe già implementato l’intelligenza artificiale e il 99% dichiarerebbe benefici concreti: risposte più rapide, decisioni più agili, taglio dei costi operativi e una maggiore soddisfazione dei clienti. L’AI permetterebbe ai team di dedicarsi meno alle attività ripetitive e più alle relazioni, generando valore aggiunto sia per l’ospite che per il business.

In un settore che vive una fase di profonda trasformazione, la tecnologia non sostituirebbe dunque l’ospitalità umana, ma la esalterebbe. Dalla personalizzazione ai servizi extra, dalla narrazione alla customer experience, lo studio di SevenRooms confermerebbe che il futuro della ristorazione non sarebbe solo digitale ma anche e soprattutto esperienziale delineando una nuova era, quella della “Super Human Hospitality”. Chi saprà unire efficienza e calore umano, innovazione e identità, potrebbe avere più chance per conquistare un cliente sempre più esigente e connesso.

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