mercoledì, Aprile 16, 2025
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Glamping: cresce il nuovo lusso sotto le stelle che piace ai giovani 

C’è qualcosa di profondamente romantico nell’idea di addormentarsi al canto delle cicale e svegliarsi con la luce del sole che filtra tra le fronde, anche se questa esperienza di commistione con la natura in passato è rimasta associata in modo esclusivo ad un’idea di viaggio più spartana, con limiti in termini di comfort che portavano alcune categorie di viaggiatori a rinunciare.

Negli ultimi anni il glamping — fusione di glamour e camping — ha rappresentato un momento di discontinuità e svolta in tal senso, incarnando un’opportunità di sovvertire il paradigma unendo l’autenticità dell’outdoor a servizi da boutique hotel e aprendo spazi a nuove idee di soggiorno per chi, fino a qualche tempo fa, preferiva farne a meno.

Tende safari con bagno privato, case sugli alberi riscaldate, cupole trasparenti per osservare il cielo stellato: non si tratta più solo di una tendenza, ma di una vera rivoluzione nel modo di viaggiare.

Lo dimostrano i numeri del mercato globale del glamping che secondo i dati di Global Market Insights avrebbe raggiunto un valore di 2,3 miliardi di dollari nel 2024 e si prevede supererà i 5,2 miliardi entro il 2034, con una crescita annua dell’8,2%.

Il fenomeno ha di fatto conquistato il mondo: negli Stati Uniti, il mercato ha raggiunto un valore di 510 milioni di dollari nel 2024, con destinazioni iconiche come Yellowstone e il Grand Canyon che vedono un aumento del turismo grazie a strutture magicamente immerse nella natura. In Europa, si distinguono Germania (Foresta Nera, Baviera), Italia (Veneto, Toscana, Trentino) e Portogallo. In Asia, la Cina investe nelle regioni dello Yunnan e della Mongolia Interna, mentre in Medio Oriente, l’Arabia Saudita propone esperienze di lusso nel deserto, tra tende con aria condizionata e osservazione delle stelle.

A trainare questa espansione sarebbero soprattutto i giovani. La fascia d’età 18-35 anni rappresenterebbe il 45,7% del mercato, attratta dalla possibilità di vivere esperienze uniche da condividere sui social. Instagram e TikTok giocherebbero un ruolo fondamentale: sarebbe infatti il 64% degli utenti Instagram sotto i 34 anni e il 45% del pubblico TikTok tra i 18 e i 24 anni a contribuire alla diffusione della cultura del glamping con una condivisione delle loro esperienze.

Ma uno dei punti di forza del glamping per i giovani sarebbe l’allineamento ai valori della sostenibilità con un impatto ambientale ridotto grazie all’utilizzo di materiali eco-compatibili, impianti a energia solare, sistemi di raccolta dell’acqua piovana e compostaggio dei rifiuti.

Anche le famiglie con bambini avrebbero abbracciato con entusiasmo questa formula. Il glamping offrirebbe loro un mix perfetto di avventura, sicurezza e relax, grazie a strutture spaziose, servizi igienici privati e ambienti naturali regolamentati.

Secondo gli osservatori la tendenza sarebbe in via di consolidamento grazie ad una serie di fattori convergenti. In primo luogo la maggiore disponibilità di reddito, in particolare negli Stati Uniti, che sosterrebbe la domanda di esperienze outdoor di lusso. A ciò si aggiungerebbe la crescente adozione di dispositivi IoT, sistemi di illuminazione intelligente e energia solare che starebbero rendendo le strutture sempre più efficienti e attrattive. Essenziali anche le politiche di sostegno da parte di governi come quello australiano, britannico e indiano che con i loro finanziamenti a progetti di ecoturismo, glamping incluso, avrebbero un ruolo cruciale per rilanciare le economie locali e promuovere il turismo sostenibile.

Non mancano però criticità e nodi da sciogliere, primo fra tutti l’accessibilità economica: il lusso sostenibile ha spesso un costo elevato, che escluderebbe una parte della popolazione. Inoltre, non tutte le strutture manterrebbero standard ambientali coerenti, generando una discrepanza tra ciò che viene promesso e l’esperienza reale.

Per sostenere la crescita il futuro del glamping potrebbe essere determinato da una maggiore personalizzazione dell’offerta, con opzioni “entry level” più accessibili, oltre ad un impegno concreto nella certificazione ecologica delle strutture.

L’espansione verso aree meno sviluppate potrebbe poi non solo offrire esperienze esclusive, ma anche contribuire a un turismo più equo e diffuso andando ad incidere su questioni nevralgiche come l’overtourism e lo spopolamento dei piccoli centri.

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