Nel mondo dell’ospitalità la dimensione del turismo lento sta acquisendo una sempre maggiore centralità, vera e propria filosofia con una cerchia sempre più ampia di adepti, viaggiatori animati dal desiderio di godere di esperienze immersive e dai tempi dilatati, che diano il modo di dedicarsi alla scoperta di luoghi, culture, tradizioni e prodotti tipici locali cogliendone ogni straordinario particolare.
Il viaggio “slow” è per definizione sostenibile; scoprendo le destinazioni, custodendone il valore del patrimonio e delle ricchezze che hanno da offrire, ogni dettaglio rimanda al tema del rispetto dell’ambiente, tende a privilegiare mezzi come il treno o la bicicletta, insieme alle passeggiate e al trekking che diventano parte integrante dell’esperienza, permettendo al turista di ammirare le bellezze del territorio circostante.
Per questo segmento emergente di viaggiatori ci sono luoghi che rappresentano meta ideale, per la loro storia, per le caratteristiche intrinseche, tra queste i Campi Flegrei. Ne abbiamo parlato con Roberto Laringe, Presidente di Federalberghi Campi Flegrei, in occasione di Malazè, evento di promozione che racconta il territorio proprio in questa chiave esaltandone le potenzialità.
Presidente la rassegna Malazè è un palcoscenco importante per i Campi Flegrei, promossi come destinazione ideale per lo slow tourism. Quali sono le dimensioni che favoriscono questo posizionamento?
Riteniamo che i Campi Flegrei rappresentino una delle poche località che si prestano a declinare il turismo nei suoi vari aspetti: culturale, paesaggistico, enogastronomico, una combinazione perfetta per gli amanti del viaggio lento, e la rassegna Malazè mette in luce tutte queste peculiarità, in particolare quelle relative alla dimensione enogastronomica.
Come si distinguono i Campi Flegrei rispetto ad altri territori altrettanto attrattivi?
In generale la Campania è tra le regioni in Italia in cui si mangia meglio, con Sicilia e Toscana. Nei Campi Flegrei però abbiamo una tradizione unica da valorizzare che ci pone dinanzi a nuove sfide per l’incremento del turismo slow ed enogastronomico che può rappresentare la chiave di volta dei prossimi anni se riusciamo ad essere bravi a promuoverla. Non bisogna dimenticare infatti che i Campi Flegrei vantano la presenza di vitigni a piede franco, tra i pochi in Italia esistenti, e di tanti prodotti del territorio come cicerchie, pesce azzurro, cozze, pomodoro cannellino flegreo. Abbiamo anche una nidiata di nuovi chef che riesce a rivisitare in chiave contemporanea i piatti della tradizione contribuendo ad accrescere l’attrattività del nostro territorio.
Come approcciate il tema del turismo lento?
La nostra quotidianità ci porta ad accelerare continuamente ma siamo consapevoli dell’esistenza di una fetta di mercato sempre più ampia orientata alla ricerca di un turismo lento ed esperienziale, che desidera vivere appieno quelle che sono le peculiarità del territorio. Con Campi Flegrei Active, progetto di aggregazione, innovazione e sviluppo territoriale promosso e coordinato da Federalberghi Campi Flegrei per la costituzione di un soggetto che svolga funzioni di destination management per l’intero territorio flegreo, negli ultimi anni abbiamo lavorato intensamente per costruire eventi, itinerari, percorsi per valorizzare le risorse locali, dal diving al trekking ai tour in bicicletta.
Quanto siete supportati dagli Enti Locali in questo percorso di riposizionamento e valorizzazione dei Campi Flegrei?
Avremmo bisogno di interventi più significativi nonostante il territorio si presti per le sue bellezze naturali, il patrimonio artistico e l’offerta enogastronomica a diventare meta privilegiata per lo slow tourism. Occorrerebbe che gli Enti Locali manifestassero una maggiore sensibilità verso la valorizzazione di questo tipo di turismo che richiede una maggiore fruibilità del territorio ed una maggiore mobilità sostenibile perché il turismo lento molte volte è associato al passeggiare, all’andare in bicicletta quindi occorrerebbero più piste ciclabili, percorsi di trekking, una segnaletica che consenta di vivere appieno il territorio. Ci aspettiamo in questo un cambiamento di rotta e maggiore concretezza.