Nel mondo della ristorazione professionale, trovare personale qualificato è una sfida quotidiana. Ma quando Paolo Cappuccio, cuoco, ha deciso di pubblicare un annuncio per selezionare cinque professionisti destinati a un hotel 4 stelle in Trentino, non immaginava certo di scatenare una tempesta mediatica. L’inserzione iniziava in modo promettente: la ricerca di uno chef, tre capo partita e un pasticcere per una struttura alberghiera sembrava un’opportunità come tante altre nel settore dell’ospitalità. Ma è stato il contenuto successivo dell’annuncio a trasformare quella che doveva essere una normale selezione di personale in un caso che ha fatto il giro dei social network.
Il testo dell’inserzione ha preso una piega inaspettata nel momento in cui Cappuccio ha elencato le categorie di persone “escluse” dalla selezione. Linguaggio discriminatorio e insulti hanno caratterizzato la parte centrale dell’annuncio, con riferimenti offensivi verso orientamenti politici, sessuali e problematiche personali. La chiusura del post ha mantenuto lo stesso registro, invitando a contattarlo solo “soggetti più o meno normali” e minacciando conseguenze per chi avesse osato commentare negativamente. Questa modalità di comunicazione ha immediatamente acceso i riflettori sulla questione della discriminazione nel mondo del lavoro (e non solo).
I social network si sono trasformati rapidamente in un tribunale popolare. Gli utenti non hanno tardato a esprimere il proprio dissenso, con commenti che spaziavano dall’indignazione alle minacce di boicottaggio.
La Casa degli Spiriti si dissocia dalle dichiarazioni di Paolo Cappuccio, ormai ex chef da 10 anni
La Casa degli Spiriti ha diramato un comunicato stampa per chiarire la propria posizione dopo che il nome del ristorante è stato associato alle dichiarazioni discriminatorie di Paolo Cappuccio. Il locale ha sentito la necessità di dissociarsi pubblicamente dalle affermazioni dell’ex chef, precisando che Cappuccio aveva lavorato come executive chef “oltre un decennio fa” e che le sue opinioni sono completamente estranee ai valori aziendali. La comunicazione serve a ribadire i principi di inclusività su cui si fonda il ristorante da 30 anni e a esprimere solidarietà verso le persone offese.
La nota stampa de La Casa degli Spiriti
Di seguito il testo della nota stampa, che vale la pena di leggere integralmente per comprendere la posizione del ristorante e la sua estraneità ai fatti:
La Casa degli Spiriti si dissocia nella maniera più assoluta dalle recenti dichiarazioni dello chef Paolo Cappuccio inerenti il post condiviso pubblicamente circa la ricerca di nuovi membri per la sua brigata in un albergo in Trentino. Giudichiamo, come Casa degli Spiriti, queste affermazioni discriminatorie e inaccettabili, diametralmente opposte dai valori della nostra realtà, sia ieri che oggi.
Ci teniamo altresì a precisare che chef Paolo Cappuccio ha lavorato come executive chef nella nostra realtà oltre un decennio fa. La sua opinione è da ritenersi del tutto autonoma, estranea alla nostra attività e contraria alla nostra etica.
La proprietà si dissocia da qualsiasi forma di discriminazione etnica, razziale, politica o sessuale. La Casa degli Spiriti, infatti, si fonda, fin dalla sua apertura 30 anni fa, su principi di inclusività, rispetto e accoglienza. Sempre validi sia nei confronti dello staff sia dei clienti. Crediamo nella libertà e nella dignità delle persone, senza alcuna distinzione.
La Casa degli Spiriti ha come principio fondamentale quello della tutela dei propri dipendenti, e nemmeno lontanamente avallerebbe pregiudizi per sesso, etnia, orientamento di genere o politico.
Aggiungiamo inoltre, in maniera personale, il nostro parere sull’importanza di usare spazi pubblici come i social con responsabilità. È con questa consapevolezza che desideriamo esprimere la massima solidarietà a tutte le persone che si sono sentite colpite da queste parole. Messaggi divisivi e offensivi non devono essere associati né alla nostra storia né alla nostra personale visione del lavoro e del mondo.
Le implicazioni per il settore della ristorazione
In un momento in cui il comparto soffre di carenza di personale qualificato, episodi come questo rischiano di danneggiare ulteriormente l’immagine di un settore già sotto pressione. La vicenda di Cappuccio dimostra come la comunicazione digitale richieda particolare attenzione, soprattutto quando si tratta di relazioni professionali e opportunità lavorative. Per i professionisti del settore, questo caso rappresenta un monito sull’importanza di mantenere standard etici elevati anche nella comunicazione online, dove ogni messaggio può essere amplificato e giudicato da migliaia di persone in poche ore.
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