Una serata in cui la passione per il calcio, l’arte culinaria e l’impegno sociale si sono intrecciati con armonia. Questo il filo conduttore della seconda cena letteraria ospitata da Riserva Rooftop, elegante terrazza panoramica napoletana situata nel cuore di Posillipo, diventata negli anni punto di riferimento per molti protagonisti del club partenopeo, quasi come una seconda casa che continua a rinnovare in modo naturale il legame tra la città, la squadra e questo luogo speciale.
Sotto i riflettori il volume «Campioni per sempre. Quarto scudetto, leggende del Napoli allo specchio», edito da LeVarie e firmato dal giornalista Gianfranco Coppola. Un libro che fa dialogare passato e presente, accostando le voci delle leggende azzurre alle gesta degli eroi di oggi.
Coppola, nel presentare il suo lavoro, ha spiegato il senso profondo del titolo: «Perché Campioni per sempre? Perché a Napoli chi vince uno scudetto non viene mai dimenticato. Anche calciatori meno noti, come Sola o Bigliardi, restano scolpiti nella memoria collettiva dei tifosi. Sono nomi che altrove, a Milano, Roma o Torino, sarebbero passati inosservati, ma qui rappresentano pezzi di storia».
Ha poi rivelato un dettaglio curioso: «Per anni ho conservato perfino i numeri di casa di tutti i protagonisti del primo scudetto». E proprio dal loro contributo si è mosso per rendere il libro ancora più singolare: «È l’unico volume in cui i campioni del passato raccontano gli eredi moderni, una sorta di passaggio del testimone affettivo e sportivo». Careca parla di Lukaku, Alemao riflette su McTominay, Ottavio Bianchi su Conte, voci del passato che tornano per guardare al presente attraverso un dialogo serrato tra chi ha lasciato un segno indelebile nella storia del Napoli e chi, oggi, ne rappresenta la continuità.
Da sinstra: Davide Cannavale, Gianfranco Coppola, Sasi Maresca, Marco Lobasso
E poi il tocco che oltre ad essere inedito è simbolico: la prefazione di Campioni per sempre porta la firma di un alto prelato, il Cardinale Sepe, che con ironia amava definirsi ‘centravanti in Curia’. Un modo per ricordare che anche la fede, a Napoli, si intreccia con la passione calcistica.
Un racconto emozionante, fatto di sport e umanità, arricchito dalle firme più autorevoli del giornalismo napoletano, il tutto con un obiettivo nobile: sostenere la Casa di Tonia, una struttura di accoglienza per donne e bambini in difficoltà, grazie alla devoluzione dell’intero ricavato della serata.
Ad accompagnare le pagine edite dall’associazione guidata da Marco Lobasso, un percorso gastronomico pensato dallo chef Davide Cannavale come una narrazione parallela, un itinerario del gusto ispirato ai “campioni”, selezionando i piatti cult, i più rappresentativi del suo repertorio stagionale.
Dall’intrigante Mini Bun, all’iconico Bon Bon di pizza fritta, reinterpretato con un tocco di ironia e sorpresa, per passare poi alla Bombetta Pugliese, le classiche linguine alla Nerano e un succulento taglio di marchigiana preparato con maestria da Alessandro Lumia. (foto 3,4,5,6,7)
Il gran finale ha visto un dessert Croccante con crema al pistacchio e passion fruit, seguito da uno “Sgroppino napoletano” pensato da Mirko Reale e realizzato dietro la guida del direttore Carlo Chiariello: una vera esplosione di sapori partenopei, accompagnata dai vini scelti con cura dal sommelier Ugo Montella.
L’atmosfera è stata cesellata dalla calda accoglienza che da sempre contraddistingue lo staff di Riserva. Un lavoro di squadra impeccabile, guidato dall’imprenditore Sasi Maresca insieme a Roberto e Andrea Bianco.
«Presentare questo libro qui ha un significato speciale – ha spiegato Maresca – non solo per il legame profondo con il mondo Napoli, ma anche per il valore sociale che questo progetto porta con sé». Il messaggio è chiaro: da Riserva il calcio non è solo passione, ma diventa occasione di cultura e solidarietà.
Leggi l’articolo anche su Hostynews.com