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Rapporto FIPE al TTG: la ristorazione vale 11 miliardi per il turismo

Rapporto FIPE: i turisti spendono 23 miliardi in ristorazione, generando 11 miliardi di valore aggiunto in 3.300 comuni. La ristorazione motore del turismo.

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Al TTG di Rimini FIPE-Confcommercio ha svelato i numeri che certificano il peso economico della ristorazione nell’industria turistica italiana. Il Rapporto “Il potere turistico della ristorazione”, realizzato da Sociometrica, è stato presentato nel pomeriggio nello spazio Main Arena alla presenza del Ministro del Turismo Daniela Santanchè.

I numeri del fenomeno

Nel 2024 i turisti – italiani e stranieri – hanno speso oltre 23 miliardi di euro in servizi di ristorazione sul territorio nazionale. Una cifra che ha generato 11 miliardi di valore aggiunto distribuiti in quasi 3.300 comuni a vocazione turistica. La ricchezza prodotta non resta confinata nelle grandi città d’arte come Roma, Venezia e Firenze, ma si irradia in tutte le aree del Paese: località balneari, borghi montani, destinazioni minori.

Un dato fa riflettere: nei primi dieci comuni turistici italiani, il turismo internazionale produce oltre il 67% del valore aggiunto complessivo legato alla ristorazione. Una conferma di quanto i visitatori stranieri rappresentino una componente vitale per il settore.

Soft power e identità

Il Rapporto non si limita ai numeri. Evidenzia come la cucina italiana funzioni da straordinario veicolo di soft power globale, sostenuto da una rete di oltre 90.000 ristoranti italiani sparsi nel mondo. Questi locali non solo rafforzano l’immagine del Paese, ma stimolano concretamente il desiderio di visitarlo.

Spazio anche ai bar italiani, riconosciuti come simbolo di uno stile di vita unico e componente integrante dell’esperienza turistica. Non semplici punti di ristoro, ma luoghi di socialità e identità culturale.

La visione di FIPE

«La ristorazione – sottolinea Lino Enrico Stoppani, Presidente di FIPE-Confcommerciovalorizza le economie locali ed è un patrimonio, anche immateriale, che accompagna ogni esperienza turistica. Non è, dunque, solo valore economico, ma cultura e identità attraverso cui raccontare il Paese, le destinazioni e la nostra vocazione all’ospitalità. È un settore che contribuisce in modo determinante alla competitività del turismo italiano e alla promozione del brand Italia nel mondo. Per questo servono politiche che riconoscano il ruolo della ristorazione nel turismo secondo un approccio di filiera in grado di aumentare il potenziale della nostra offerta».

La richiesta è chiara: politiche integrate che valorizzino la ristorazione non come settore a sé stante, ma come elemento strategico di una filiera turistica coesa e competitiva.

La presentazione

L’analisi, curata da Antonio Preiti di Sociometrica, è stata discussa con interventi qualificati. Oltre al Ministro Santanchè e al Presidente Stoppani, hanno partecipato Daniele D’Amario, Coordinatore della Commissione Turismo della Conferenza delle Regioni, Chiara Bergadano del Consorzio Langhe Experience e lo chef patron Moreno Cedroni. A guidare il confronto Simona Tedesco, direttore di Dove.

Il messaggio emerso dal TTG è netto: la ristorazione italiana non è un servizio accessorio al turismo, ma un asset strategico che costruisce identità territoriale, genera ricchezza diffusa e attrae visitatori internazionali. Un patrimonio che merita riconoscimento e sostegno attraverso politiche mirate e lungimiranti.

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