lunedì, Giugno 30, 2025
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Zest, l’evoluzione continua: una cantina da 500 etichette per firmare l’identità gourmet del Grand Hotel La Favorita

Novità in casa Zest, ristorante del Grand Hotel La Favorita guidato dallo chef stellato Domenico Iavarone. L’inaugurazione della nuova cantina e della sala degustazione introducono un elemento cardine di un progetto partito un anno e mezzo fa con l’intento di ripensare radicalmente il concetto di “ristorazione d’albergo”, non un semplice ampliamento ma un passo strategico di un disegno strutturato, coerente e ambizioso frutto del lavoro attento e sistematico dei giovani manager Mario e Giuseppe Manniello.

In occasione dell’evento di presentazione dei nuovi spazi, celebrato con un pranzo stampa che ne ha messo in risalto le potenzialità enologiche, è emerso come la cantina fosse stata già pensata quale elemento distintivo e, dopo oltre un anno di curata selezione delle etichette, abbia finalmente potuto prendere vita come luogo di racconto, emozione e cultura del vino.

Il progetto: tra tradizione familiare e visione internazionale

Quello dei fratelli Mario e Giuseppe Manniello è un esempio di gestione alberghiera che esprime una grande capacità di pianificazione e progettualità che affonda le radici nel ristorante storico ‘O Parrucchiano (fondato nel 1868), vera istituzione della cucina sorrentina, e guarda al futuro con l’esperienza maturata nel mondo dell’hotellerie di lusso, in Svizzera e nel resto d’Europa.

Mario Manniello

Dopo aver investito nel rilancio del Grand Hotel La Favorita, i giovani manager hanno introdotto Zest come ristorante indipendente ma integrato nella struttura, pensato non solo per gli ospiti dell’albergo, ma anche per un pubblico esterno in cerca di un’esperienza gourmet.

“Abbiamo sempre cercato un partner in cucina più che uno chef – racconta Mario Manniello – una figura capace di dialogare con il management per costruire una proposta coerente, raffinata ma comprensibile. Domenico Iavarone è stato la scelta perfetta.” 

La cantina: oltre 500 etichette per una narrazione del vino integrata all’esperienza

La nuova cantina si presenta non solo come supporto tecnico alla sala ma come vera estensione dell’esperienza gastronomica. Qui si possono organizzare degustazioni guidate, aperitivi, eventi privati anche a porte chiuse, o semplicemente un momento conviviale prima o dopo il pasto.

La selezione comprende oltre 500 etichette, con un’attenzione particolare ai bianchi campani, i più richiesti dalla clientela internazionale, e una curata rappresentanza di grandi rossi italiani (Barolo, Barbaresco, Bolgheri, Sangiovese in purezza) e francesi (Bordeaux, Borgogna, Champagne). Il caveau custodisce anche annate storiche provenienti dal ristorante ‘O Parrucchiano, oltre a referenze toscane della collezione privata della proprietà. Ogni bottiglia è scelta per raccontare una storia di territorio, di persone e di stile enologico.

La cantina completa e rafforza gli “outlet” della struttura, accanto alla terrazza vista mare e alla sala immersa nei limoni, ora il vino diventa protagonista di uno spazio pensato per valorizzarlo, anche esteticamente. L’ambiente, curato nei dettagli architettonici e nell’atmosfera, è progettato per offrire emozione e comfort.

Un’offerta gastronomica strutturata e flessibile più anime e una squadra di 20 professionisti

Zest è nato da una visione ben precisa, offrire un’esperienza gastronomica autonoma e identitaria, pur restando inserita nella proposta del Grand Hotel La Favorita, una struttura in cui nulla è lasciato al caso. Venti persone lavorano stabilmente nella brigata di cucina del ristorante, a cui si affiancano squadre dedicate alle colazioni, al cocktail bar e agli altri reparti dell’hotel.

Domenico Iavarone

Non si tratta di un ristorante “per ospiti”, ma di un indirizzo ormai affermato anche per il pubblico esterno. Lo chef Domenico Iavarone, forte di esperienze stellate e già riconosciuto per il suo equilibrio tra tecnica e gusto, ha costruito una proposta culinaria che si articola su tre menu degustazione:

  • Essenza Sorrentina (5 portate),
  • Le Stagioni di Sorrento (7 portate, a mano libera),
  • Dall’Orto di Enzo (5 portate, ispirato all’orto familiare),

a cui si aggiungono una grand carte con piatti signature, un menu vegetariano/vegano e uno dedicato ai bambini, pensati per ampliare l’accessibilità e la personalizzazione dell’esperienza gastronomica.

La cucina di Iavarone si muove con disinvoltura tra territorio e sperimentazione: i sapori della costiera sono sempre riconoscibili, ma interpretati con eleganza e tecnica, in una chiave comprensibile anche alla clientela internazionale che rappresenta la maggioranza degli ospiti.

Il pranzo stampa: una sintesi di visione e abilità

In occasione dell’inaugurazione, un pranzo stampa ha mostrato le potenzialità della nuova cantina e della cucina di Zest.

Il percorso, dopo gli amuse bouche di rito, si è aperto con un tonno alle fave di tonka, melanzane, zenzero e limone, seguito da seppie con zucchine, pinoli e ciliegie, accompagnati da un Riesling Kirchberg 2022 di Heymann–Löwenstein, acidità e mineralità perfette per equilibrare la dolcezza delle note vegetali.

È poi arrivato uno dei piatti iconici dello chef, il risotto al limone, scampi e liquirizia, un esercizio di precisione e profondità aromatica, abbinato al Greywacke Wild Sauvignon 2023 dalla Nuova Zelanda, per amplificare le sfumature agrumate e vegetali del piatto.

Come secondo, un lombo di agnello con peperone, provola e cioccolato bianco acido, una combinazione audace ma coerente, accompagnata da un grande rosso del territorio, Sabbie di Sopra il Bosco 2016 di Nanni Copè.

In chiusura il dessert fragole, kefir di bufala e mandorle pralinate, sorretto dalla dolce complessità del Muffato della Sala 2006 di Antinori e seguito dalla piccola pasticceria.

I vini serviti 

Il pasto ha anche evidenziato la qualità dei lievitati di accompagnamento, tra cui pane e grissini sfogliati fragranti serviti con burro montato aromatizzato, a testimonianza di una cura artigianale che non trascura i dettagli.

Le prospettive: un modello che guarda oltre

I risultati parlano chiaro: l’80% degli ospiti del Grand Hotel La Favorita sceglie di cenare all’interno dell’hotel, non per comodità, ma per autentico interesse gastronomico. Il ristorante ha saputo conquistare anche una clientela esterna sempre più fidelizzata, segno che la missione di distinguersi dalla classica “ristorazione d’albergo” è perfettamente riuscita.

Il prossimo passo? L’apertura, già in cantiere, del nuovo Grand Hotel Europa, che vedrà la luce nel luglio 2025. Anche in quel caso, l’offerta ristorativa che partirà di qui a un anno, sarà pensata per differenziarsi e dialogare con quella di Zest, evitando duplicazioni ma mantenendo il medesimo standard qualitativo.

Come affermano i fratelli Manniello, “Sorrento ha bisogno di diversificare, non replicare. E noi vogliamo dare un contributo reale alla crescita dell’offerta di alta ospitalità e ristorazione del territorio”.

Leggi l’articolo anche su Horecanews.it

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