Il Bel Paese mantiene il suo appeal internazionale e i numeri lo confermano. Nei primi sette mesi dell’anno si sono registrati 268,4 milioni di presenze turistiche, segnando un incremento del 5,7% rispetto allo stesso arco temporale del 2024. Le previsioni di Enit, l’Agenzia Nazionale del Turismo, indicano che entro dicembre la spesa turistica toccherà 185 miliardi di euro, mentre l’occupazione nel settore raggiungerà 3,2 milioni di unità, generando un impatto sul PIL di 237,4 miliardi di euro. Le stime per il prossimo decennio parlano di 3,7 milioni di occupati e un valore economico di 282,6 miliardi.
Cifre che sottolineano il peso del turismo nell’economia italiana, ma che sollevano anche interrogativi concreti: in che modo si possono valorizzare meglio le destinazioni, garantendo al tempo stesso sostenibilità, accessibilità e inclusione? Elementi di risposta arrivano dal report Italia Destinazione Digitale 2025, realizzato da The Data Appeal Company (Almawave), che ha analizzato milioni di interazioni digitali su strutture ricettive, attrazioni e punti di interesse. Il dato principale è un sentiment medio di 82,3 su 100, che conferma l’elevata soddisfazione dei visitatori rispetto alla qualità dell’esperienza turistica italiana. Parallelamente, emerge con forza la ricerca di esperienze genuine, che vedano protagonisti borghi, zone interne e realtà locali.
Nuovi modelli di viaggio: lentezza e autenticità
«Oggi il turismo è un mondo in evoluzione costante», spiega Federica Argentieri, esperta internazionale in marketing e turismo. «L’Italia ha tutte le carte in regola per guidare questa trasformazione. Parliamo di turismo lento, esperienziale, di prossimità, sempre più legato all’identità dei luoghi e al coinvolgimento attivo delle comunità locali».
Una tendenza che si concretizza in iniziative come il progetto del Ministero dei Beni Culturali, finalizzato a creare una community nazionale sul turismo di prossimità. L’idea è dare nuova visibilità a destinazioni meno note attraverso narrazioni autentiche di chi ci vive stabilmente.
La crescente domanda di viaggi personalizzati e l’esigenza di valorizzare i territori hanno elevato il marketing turistico a strumento strategico. Non si tratta più soltanto di promozione, ma di una leva capace di convertire interesse e notorietà in benefici economici, sociali e culturali. Gli investimenti pubblici ne sono la dimostrazione: il Polo del Turismo Digitale ha ricevuto 114 milioni di euro dal PNRR (Ministero del Turismo), mentre il Fondo Rotativo Imprese Turismo supporta iniziative orientate a innovazione e sostenibilità. Anche a livello regionale, le istituzioni allocano risorse significative per la promozione digitale e lo storytelling delle destinazioni, segno dell’importanza strategica di queste azioni.
«Molti borghi non crescono non perché manchi bellezza, ma perché manca un racconto. Dare loro strumenti per farsi conoscere significa trasformare la visibilità in opportunità concreta», sottolinea Federica Argentieri.
Il digitale come ponte tra territori e viaggiatori
In questo quadro acquista rilevanza crescente il ruolo della comunicazione digitale e dei contenuti generati dagli utenti (UGC). «Chi viaggia cerca esperienze autentiche e consigli reali – continua l’esperta – I cittadini possono diventare i migliori ambasciatori dei propri territori».
Nel panorama nazionale operano travel creator con seguito considerevole, tra cui Take My Heart Everywhere (oltre 1 milione di follower), ItalianPlaces (1,61 milioni) e account istituzionali come BorghItalia (più di 1 milione di follower). Queste figure svolgono una funzione chiave nel raccontare l’Italia meno conosciuta, valorizzando piccole realtà, borghi e itinerari fuori dai circuiti tradizionali. Possono rappresentare partner strategici per le destinazioni, contribuendo a veicolare contenuti originali, coerenti con l’identità territoriale, capaci di raggiungere le nuove generazioni e di promuovere modelli di turismo lento e sostenibile.
Abbattere le barriere: l’imperativo dell’accessibilità
Il tema dell’inclusività è centrale: «La vera innovazione è rendere il turismo accessibile a tutti. Oggi esistono ancora barriere per persone ipovedenti, non udenti o con difficoltà motorie, ma stanno emergendo iniziative con tecnologie inclusive, esperienze multisensoriali e percorsi co-progettati con associazioni locali».
A testimoniare questa priorità c’è l’iniziativa “Piccoli Comuni a vocazione turistica” promossa dal Ministero del Turismo, che ha allocato 34 milioni di euro per interventi nei borghi con popolazione inferiore a 5.000 abitanti. Gli obiettivi riguardano il potenziamento di accessibilità, mobilità, rigenerazione urbana e sostenibilità ambientale, per consentire a ogni visitatore di fruire appieno del patrimonio paesaggistico e culturale italiano.
«Il turismo italiano può diventare ancora più distintivo se diamo voce ai territori, ascoltiamo le comunità e rendiamo ogni esperienza accessibile e significativa. Dobbiamo tradurre questa sfida in forza, trasformando bellezza, cultura e tradizioni locali in racconti vividi e condivisi, capacità di emozionare chi li visita e di restituire ai cittadini l’orgoglio dei propri luoghi», conclude Federica Argentieri.
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