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Giornata Mondiale del Turismo 2025: la trasformazione sostenibile come imperativo strategico per il settore

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Il 27 settembre 2025 si è celebrata la Giornata Mondiale del Turismo, appuntamento che dal 1980 riunisce governi, istituzioni, operatori e viaggiatori per una riflessione condivisa sul valore del turismo e sulle sfide che il settore deve affrontare. Quest’anno UN Tourism, nuova denominazione dell’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite, ha scelto come tema “Turismo e trasformazione sostenibile”, lanciando un richiamo forte alla responsabilità collettiva verso le comunità locali e il pianeta.

Il messaggio dell’ONU: nessuna destinazione può prosperare senza le comunità

Uno dei messaggi principali emersi dagli interventi istituzionali, a partire da quello del Segretario Generale ONU António Guterres, sottolinea che nessuna destinazione può prosperare se chi ci vive subisce gli effetti negativi del turismo di massa. Questa affermazione inquadra con chiarezza la necessità di riequilibrare il rapporto tra sviluppo turistico e benessere delle popolazioni residenti.

La trasformazione sostenibile richiede investimenti significativi in istruzione e formazione, con particolare attenzione a giovani, donne e comunità vulnerabili. Parallelamente, risulta fondamentale il sostegno alle micro e piccole imprese che costituiscono l’ossatura del settore in molte destinazioni, rappresentando spesso l’unico tessuto economico capace di garantire distribuzione equa dei benefici del turismo.

Cambiamento climatico: la sfida esistenziale per il settore

Il cambiamento climatico ha dominato il dibattito come questione centrale per il futuro del turismo mondiale. L’innalzamento dei mari, lo sbiancamento dei coralli, la fusione dei ghiacciai e le crisi dei grandi delta agricoli rappresentano fenomeni che mettono concretamente a rischio territori, culture e mezzi di sussistenza di intere popolazioni.

Da Venezia alle Maldive, dal Mekong all’Himalaya, la riflessione converge su un punto chiaro: il turismo può essere testimone e alleato nella lotta al cambiamento climatico, ma solo se riduce drasticamente le proprie emissioni, preserva la biodiversità e adotta pratiche a basso impatto ambientale. Questa transizione non rappresenta più un’opzione strategica ma una necessità esistenziale per la sopravvivenza stessa di numerose destinazioni turistiche.

Diritti e inclusività: verso un turismo per tutti

Accanto alla dimensione ambientale, è emersa con forza la necessità di promuovere un turismo inclusivo e accessibile che riconosca a ogni persona il diritto di viaggiare in sicurezza, dignità e autonomia. Questa prospettiva si traduce nell’impegno concreto ad abbattere le barriere fisiche, economiche e linguistiche, creando esperienze pensate per tutti senza esclusioni.

Un turismo che mette al centro l’accessibilità diventa strumento di coesione sociale e di valorizzazione delle diversità, favorendo un incontro autentico tra culture. Questa dimensione dell’inclusività non risponde solo a un imperativo etico ma rappresenta anche un’opportunità di mercato significativa per gli operatori del settore.

I numeri della crescita: opportunità e responsabilità

Nonostante tensioni geopolitiche e crisi globali persistenti, il turismo continua a registrare una crescita robusta. I dati della prima metà del 2025 evidenziano 690 milioni di arrivi internazionali, con un incremento del 5% rispetto al 2024. L’Europa mantiene la leadership come regione più visitata al mondo, mentre le proiezioni di UN Tourism stimano fino a 1,8 miliardi di viaggiatori entro il 2030.

Come ha sottolineato il Segretario Generale di UN Tourism Zurab Pololikashvili, questo dinamismo rappresenta una grande opportunità ma anche una responsabilità condivisa per garantire che la crescita sia realmente sostenibile e non si traduca in degrado ambientale e sociale delle destinazioni.

Verso un turismo trasformativo: dal concetto all’operatività

La Giornata Mondiale del Turismo 2025 non si è limitata a celebrare un settore che rappresenta circa il 10% dell’occupazione mondiale, ma ha costituito soprattutto un invito a ripensare il viaggio come strumento di pace, dialogo interculturale e tutela del patrimonio naturale e storico dell’umanità.

Un turismo definito “trasformativo” richiede azioni concrete e misurabili. Distribuire i flussi turistici per evitare overtourism e stress ambientale rappresenta una priorità strategica per molte destinazioni mature. Valorizzare le comunità locali e le loro tradizioni significa riconoscere il ruolo centrale dei residenti nella creazione di esperienze autentiche. Scegliere mezzi di trasporto e strutture a basso impatto ambientale diventa un criterio discriminante per le scelte di viaggio.

L’obiettivo finale è trasformare ogni esperienza turistica in un’occasione di consapevolezza e testimonianza, dove il viaggiatore non è più semplice consumatore ma attore responsabile di un processo di scambio culturale e preservazione ambientale.

Implicazioni strategiche per l’industria dell’ospitalità

Per gli operatori del settore hospitality, questi messaggi si traducono in indicazioni operative precise. La sostenibilità non può più essere considerata un elemento di marketing differenziante ma deve diventare il paradigma operativo fondamentale. Gli investimenti in efficienza energetica, riduzione degli sprechi, valorizzazione delle filiere locali e formazione del personale rappresentano oggi requisiti minimi per mantenere competitività sul mercato.

La capacità di dialogare con le comunità locali, di integrarsi nel tessuto sociale ed economico del territorio e di contribuire positivamente al benessere dei residenti diventa fattore cruciale per la licenza sociale ad operare, specialmente nelle destinazioni che affrontano problemi di overtourism.

La sfida del futuro: turismo come forza positiva

In un mondo che cambia rapidamente, la sfida per il futuro del settore turistico sarà rendere il turismo non solo un motore economico ma anche una forza positiva per persone e clima. Questo richiede una trasformazione profonda dei modelli di business, delle pratiche operative e della cultura organizzativa degli operatori dell’ospitalità.

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