Dare nuova vita a una dimora storica, trovando il punto di equilibrio tra il rispetto dell’esistente e i modi del vivere contemporaneo. Questo ciò che ha fatto Vudafieri-Saverino Partners nel cuore di Bressanone, in Alto Adige, reiventando l’uso e la funzione di una residenza aristocratica del XV secolo, chiamata Lasserhaus.
Su commissione della famiglia Faller, da oltre 40 anni proprietari dell’antico edificio, gli architetti Claudio Saverino e Tiziano Vudafieri hanno trasformato i primi due piani in un Art Hotel 4 stelle superior composto da dieci camere – di cui tre suite, sei matrimoniali e una singola – dall’atmosfera intima e sofisticata, in cui la collezione di pittura classica di proprietà dei Faller incontra opere di artisti contemporanei, rendendo così lo spazio unnuovo punto d’interesse per la collettività.
Il concept
Per il restauro architettonico e l’interior design di Lasserhaus, completamente vincolata dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, gli architetti hanno lavorato su un concept incentrato sul dialogo tra storia e contemporaneità. Con un approccio da sempre attento al contesto e rispettoso del genius loci, lo studio milanese ha reinterpretato gli elementi originari della residenza facendoli convivere nel nuovo Art Hotel in modo equilibrato con scelte di design contemporaneo.
Il progetto riflette le peculiarità della città vescovile di Bressanone, in grado di fondere la sua tradizione e atmosfera medievale con proposte culturali d’avanguardia. Ad arricchire gli interni di Lasserhaus, situato sulle rive del fiume Isarco e collegato da un ponte al centro storico, sono infatti le opere di cinque artisti che si sono confrontati con il passato della residenza e che, con i loro interventi diffusi, hanno lasciato un segno narrativo nei vari spazi.
“Quando abbiamo visitato Lasserhaus eravamo entusiasti all’idea di affrontare un restauro di un edificio così carico di storia.” raccontano gli architetti Tiziano Vudafieri e Claudio Saverino “Non si trattava solo di restaurare un palazzo del XV secolo completamente vincolato dalla Soprintendenza, ma di dargli una nuova vita e renderlo un punto di interesse per la cittadinanza. Anche attraverso l’arte, integrando la preziosa collezione di famiglia di pittura classica con nuove opere contemporanee. Il nostro progetto non dimentica l’anima tradizionale del palazzo quattrocentesco, ma con rispetto e un po’ sottovoce, dialoga con essa e l’arricchisce con linguaggi e materiali della contemporaneità. Lasserhaus diventa così un nuovo, piccolo ma importante, tassello della vita urbana della città e della sua propensione all’ospitalità.”
Gli ambienti
Il pianterreno accoglie la lobby e la reception, uno spazio carico di memorie, caratterizzato da un’illuminazione soffusa e impreziosito da opere e pezzi di famiglia. Da qui si accede alle prime quattro camere e a un salottino con un angolo biblioteca a disposizione degli ospiti, oltre che alla cantina dotata di una piccola sala degustazione, interpretata da uno dei pionieri della digital art, l’austriaco Peter Kogler, utilizzando pattern psichedelici per creare insolite profondità spaziali da esplorare individualmente. Percorrendo la scala interna che conduce al mezzanino – dove gli architetti hanno ricavato una SPA dotata di sauna e idromassaggio – si incontra subito l’opera di Alexander Wierer, focalizzata sull’incessante progressione del tempo e la transitorietà del presente. Al primo piano sono collocate invece la sala colazione e le altre cinque camere.
Pur rimanendo visibili i tratti dell’epoca, le camere assumono un nuovo volto grazie all’accostamento tra materiali naturali come il legno di larice e faggio, l’ottone, che scalda e impreziosisce i dettagli, e le superfici tattili e morbide come il velluto. Alcuni complementi d’arredo sono di recupero, come le sedie restaurate tipiche della tradizione tirolese, ma gran parte dei pezzi è stata realizzata su disegno degli architetti: dalle armadiature ai pannelli divisori, dalle testiere dei letti in velluto con bacchette di larice spazzolato alle scrivanie, fino alle boiserie dietro ai letti con listellature in legno minimal ed eleganti.
L’accurato studio sul colore ha dato vita alla scelta di una palette ispirata alle cromie dei boschi autunnali e della montagna: dal verde del laminato lucido ai toni del marrone declinati nel rosso del larice spazzolato, come nel larice bruciato più caldo e scuro. Anche in alcune stanze si trovano incursioni artistiche, come ‘Barre a muro’ di Ingrid Hora, un’opera ampia che offre agli ospiti nuove prospettive e li incoraggia a dare libero sfogo alle proprie idee; o “Pensieri e pianeti”, un’installazione della celebre artista Esther Stocker: dieci sculture che sembrano galleggiare sulla volta del soffitto e che, attraverso geometrie spezzate, dissolvono i punti fissi.
Il progetto artistico di Lasserhaus è firmato da due curatrici: Stefanie Prieth, per le opere d’arte contemporanea, e Rose Bourdon, per la collezione di famiglia. Questi interventi artistici sono solo l’inizio di un’attività culturale che si diramerà su più livelli, dalle residenze d’artista, alla collaborazione con altri enti culturali fino alla crescita sistematica di una collezione d’arte.