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Narrazione partecipata e QR code multilingue: l’Alto Casertano sperimenta un nuovo modello di turismo lento

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L’industria del turismo esperienziale sta attraversando una fase di profonda trasformazione con l’emergere di progetti che integrano tecnologia digitale e coinvolgimento delle comunità locali. Un caso significativo proviene dall’Alto Casertano, dove si sta sviluppando un modello innovativo di valorizzazione territoriale lungo il Cammino di San Francesco Caracciolo.

Dal test operativo alle prospettive di sistema

Un gruppo di giornalisti ha recentemente sperimentato sul campo un sistema di narrazione territoriale ancora in fase pilota, attraversando cinque comuni dell’area casertana. Il test, pur non includendo ancora l’infrastruttura digitale definitiva, ha permesso di verificare l’efficacia del modello proposto.

Pugliano di Teano ha rappresentato forse il punto più emblematico del percorso, mostrando come ventisette ettari sottratti alla criminalità organizzata possano trasformarsi in progetti concreti di agricoltura sociale. Il laboratorio di trasformazione di nocciole e olive e gli spazi dedicati all’inclusione testimoniano un modello di rigenerazione che va oltre la retorica.

A Teano la narrazione si è sdoppiata tra la dimensione produttiva della tenuta I Cacciagalli, con i suoi vigneti e le anfore storiche custodite in cantina, e quella storico-istituzionale del centro urbano legato al soggiorno di Vittorio Emanuele II, offrendo due chiavi di lettura complementari del territorio.

Mignano Montelungo, comune capofila nel progetto, ha utilizzato il Castello di Ettore Fieramosca e la tradizione del Palio con i falconieri per connettere la dimensione medievale con la memoria più recente legata agli eventi del 1943, costruendo una stratificazione temporale accessibile.

 

A Rocca d’Evandro la salita alla fortezza sul Monte Camino e la sosta tra santuario ed eremo dell’Eterno Padre hanno mostrato come l’albero possa diventare soglia tra chi arriva e chi resta.

Il Borgo dei Briganti a Presenzano ha funzionato come set narrativo per intrecciare memoria collettiva e saperi artigianali, mentre a Rocca d’Evandro la salita verso la fortezza sul Monte Camino e la sosta presso il santuario e l’eremo dell’Eterno Padre hanno dimostrato come elementi naturali, in particolare gli alberi monumentali, possano diventare punti di mediazione tra visitatori e residenti.

L’infrastruttura tecnologica e il ruolo di The Story Behind

Il sistema definitivo, che diventerà operativo dal 2026 dopo il completamento della fase pilota entro il 2025, prevede l’installazione di QR Code presso punti significativi del percorso. Questi dispositivi attiveranno contenuti audio multilingue dove sono gli abitanti stessi a raccontare i luoghi.

The Story Behind, società che opera nel settore della valorizzazione di patrimoni museali, archeologici e territoriali attraverso strumenti di comunicazione accessibile, sviluppa tecnicamente questi contenuti utilizzando metodologie partecipative. L’aspetto distintivo risiede nel fatto che le voci narranti appartengono effettivamente alle comunità locali, trasformate da sfondo passivo a protagoniste attive della proposta turistica.

Il quadro territoriale e le partnership strategiche

L’Alto Casertano presenta una configurazione peculiare con diversi percorsi di turismo lento che si intersecano, incluso il tracciato della Via Francigen.

Il Cammino di San Francesco Caracciolo si estende per circa 550 chilometri tra Loreto e Napoli seguendo le tracce del santo patrono dei cuochi, una figura che offre anche opportunità di connessione tematica con l’enogastronomia territoriale.

La partnership con Destination Italia, tour operator specializzato, mira a generare domanda internazionale oltre che domestica, posizionando l’area come alternativa ai circuiti turistici tradizionali che manifestano problemi di saturazione.

La visione strategica: oltre la moda del momento

Il duca Nicola Caracciolo, coordinatore del progetto, definisce l’impianto concettuale in termini che vanno oltre l’implementazione tecnologica: “Vogliamo che chi cammina trovi luoghi e persone pronte a raccontarli attraverso modalità inedite. I due assi sono nuove narrazioni e riconnessione con la natura. Fontane, portoni, ma in particolare gli alberi, punti in cui ci si ferma, si ascolta, si condivide. Ai loro piedi installeremo QR code con storie esperienziali e multilingue che entreranno nella vita dei borghi. La novità vera, oltre ai supporti, è nel fatto che protagoniste saranno le voci degli abitanti dei luoghi interessati dall’esperimento».

La prospettiva dichiarata supera la dimensione della sperimentazione temporanea: “Non una moda, ma un patto tra chi viaggia e chi abita. Un cammino che invita a fermarsi, ascoltare, restituire”.

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